lunedì 23 gennaio 2017

Il figlio di Saul



IL FIGLIO DI SAUL
Quando ce n'è l'occasione, il lunedì precedente o successivo alla Giornata della Memoria, cerchiamo di dare un film sul tema dell'Olocausto. Quest'anno erano ben due i film in stagione adatti per la ricorrenza: Il figlio di Saul e Remember. Alla fine la scelta è caduta su Il figlio di Saul (vedremo comunque anche Remember, ma ad aprile). Come sapete l'argomento "campi di concentramento" mi interessa molto, essendo stato mio nonno un IMI (internati militari italiani) a Bergen Belsen, e in questi ultimi anni ho visitato i memoriali di circa 25 campi di concentramento o di sterminio tra Germania, Polonia, Austria e Repubblica Ceca. Una delle cose che mi hanno colpito di più era l'utilizzo dei Sonderkommando. Nei campi c'erano tutta una serie di operazioni che le SS non volevano fare direttamente (sia per motivi igienici che psicologici), come ad esempio la rimozione dei cadaveri dalle camere a gas o la cremazione. Dare il compito ai prigionieri, però, avrebbe rotto l'illusione che questi non fossero campi di sterminio, ma fossero semplici campi di lavoro o di transito. Perciò decisero di fare così: prendere alcuni prigionieri e separarli dagli altri internati così che non potessero raccontare a nessuno quello che avrebbero scoperto. Questi sonderkommando avrebbero però dovuto fare le cose peggiori, divenendo parte, contro il loro volere, della macchina dello sterminio. In "compenso", il loro tenore di vita migliorava leggermente: erano dispensati dai lavori pesanti, venivano nutriti un po' meglio e non avevano le guardie sempre addosso (Enrico Vanzini, l'ultimo sonderkommando italiano ancora in vita, tempo fa mi raccontava che le SS si tenevano ben lontani da loro e dall'odore nauseante dei corpi cremati). Di contro, ogni circa venti giorni, i sonderkommando venivano uccisi e rimpiazzati (per evitare che trovassero comunque il modo di comunicare agli altri prigionieri quello che vedevano). C'è un motivo che le poche ribellioni avvenute nei campi di concentramento (ad Auschwitz, a Sobibor), siano partite proprio dai Sonderkommando: erano meglio nutriti, meno controllati e, soprattutto, erano gli unici ad avere la certezza della morte (gli altri prigionieri vivevano nell'illusione di potersi salvare). A Auschwitz in particolare i sonderkommando riuscirono, il 7 ottobre 1944, ad uccidere alcune SS e a far saltare uno dei forni crematori.
Sono pochissimi i sonderkommando sopravvissuti alla guerra, ovvero solo quelli che erano "di turno" quando i rispettivi campi sono stati liberati; d'altra parte, però, è da loro che abbiamo potuto sapere cosa accadeva nei campi di sterminio.
E il protagonista dei film di oggi è proprio un sonderkommando di Auschwitz-Birkenau. Seppur il film non sia tratto da una storia vera in particolare, il regista ha tratto l'ispirazione da una serie di manoscritti che alcuni Sonderkommando di Auschwitz avevano scritto e nascosto sotto terra prima dare il via alla rivolta, così che restasse testimonianza di loro ai posteri. Il film ha vinto il Premio Oscar come Miglior film straniero e il Gran premio della Giuria al Festival di Cannes ed è sicuramente uno dei migliori film d'esordio di questi ultimi anni (il regista, l'ungherese László Nemes, prima di questo film aveva diretto solo cortometraggi). 

PROGRAMMAZIONE IMPERIESE
Cinema Centrale: vedi programma
Cinema Imperia sala 1: vedi programma
Cinema Imperia sala 2: vedi programma
Cinema Dianese: vedi programma

Tra i film in sala vi consiglio Arrival di Denis Villeneuve.
Buon cinema,
Marco Frassinelli

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